Salvatore Pizzo
- 11/09/2017 17:24:00
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X Nando: Anzitutto grazie di cuore per lapprezzamento tanto lusinghiero. Ma anche per la lettura che mi introduce ad una interpretazione che mi era sfuggita, quando, nel rileggerla, avevo pensato che fosse trasposizione troppo personale. In effetti, quel termine"saldi"può dare adito a diverse interpretazioni, tutte ugualmente accettabili. Però se si tiene conto che, molto spesso si cerca la complicità di qualcuno o qualcosa, in questo caso è la luna, per potere esprimere qualcosa che difficilmente si confesserebbe in pubblico, si potrebbe desumere anche che quel"saldi"si potrebbe intendere come parte di bilancio di vita, in cui si possano definire in negativo o in positivo le considerazioni che se ne ricavano dal consuntivo esistenziale. Però ci sta molto bene pure la tua lettura, poichè la vicenda personale, in genere, non trascende quella generale e comune. Anzi spesso quella personale si fa specchio di quella dei molti. Così voleva essere la mia riflessione sulla vita e sulla morte: ovvero cercare di comprendere e rimandare una verità che mè parsa fondamentale... Ancora grazie con un più che caro saluto
X Leonora: Si, mi sono accorto della tua deriva canterina, mia cara amica. E debbo dire che i risultati sono molto apprezzabili. Per quanto mi riguarda, posso solo dirti che, quando scrivo, non penso mai che i miei umili versi possano diventare strofe di canzoni. Cerco di lasciarli sfogare e dunque trasporli per come mi nascono. Magari, in futuro, riuscirò a darci una piega meno musicale e più piatta, quasi discorsiva, come spesso mi propongo di fare. Anche se poi i risultati sono ben altri. Ma si sa che: non bisogna mai esagerare nel cercare di irreggimentare i propri sentimenti. Per quanto riguarda quei versi che tu mi segnali con acutezza, posso soltanto dirti che me ne ero accorto che potessero risultare un potroppo ridondanti. Ci ho riflettuto su parecchio, fino allatto della pubblicazione. Però poi ho risolto la cosa dicendomi masochisticamente: in fondo, era quel che cercavo di esprimere, la ridondanza, ovvero la povertà del vivere pur nel consumismo più sfrenato. Comunque ti garantisco che, in futuro, quando dovessi decidere di metterci mano, di certo terrò conto del tuo prezioso suggerimento. Del resto trovo molto buona la tua soluzione. Per quanto riguarda invece quel "ben poca cosa", credo che andando fino alla fine del periodo, dunque al punto, si possa ricavare che:" se ogni cosa ha un prezzo, ben poca cosa ha da essere quello umano." Grazie più che mai di cuore anche per gli spunti sempre assai fertili di interessanti considerazioni.
X Ryan Pensa che, in una versione intermedia, pensavo proprio di cancellarlo lincipit così canterino. Poi mè nata lidea della chiusa che lo riprendeva, pur se cambiato leggermente, e la cosa mi ha conquistato: nel mezzo ci ho messo tutto lo sproloquio dettato dalla sofferenza e dalle considerazioni molto amare alle quali si arriva, seguendo il percorso di vita, il più delle volte disillusi e feriti, però anche ricchi di quel che tu definisci in modo molto apprezzabile"consiglio buono". E in un certo senso mi piace che se ne possano cogliere, di consigli buoni, dallo scrivere, come dalle fiabe... Grazie di cuore anche per lapprezzamento assai lusinghiero con un abbraccio bello bello...
X Klara: Mia cara amica, che sia da rivedere, è fuori di dubbio. Però lasciami godere almeno per un po il piacere davere chiuso, almeno parzialmente, questo scritto che mè costato così tanta fatica e dolore: comè difficile conciliare quel senso di bellezza e leggerezza che si vorrebbe sempre dalla vita, con le prove altrimenti terribili e distruttive, alle quali invece ci sottopone lesistenza. Se ti raccontassi da cosa nasce lispirazione, forse potresti comprendere meglio quanto sia difficile, se non impossibile, mantenere quel tono iniziale. Casomai esso mè servito per attenuare qualcosa che avrebbe potuto risultare pesante, addirittura opprimente, per non dire distruttivo: afasico al punto tale da soffocare. Ma raccontare non è così semplice, a maggior ragione quando ci si ritrova coinvolti nella natura più intima. allora si prova a chiamare qualcuno o qualcosa che possa interloquire senza distrarre, ma anche risultando neutro, poichè quel che si sta per dire è senzaltro passibile di contraddittorio. Così è quando si parla della vita e della morte, raccontando di come la si possa vedere sfumare di tra le braccia filiali, proprio come fosse un bene non poi così prezioso. Perchè, normalmente, si dice che un diamante soltanto può essere per sempre. Quindi la vita no, visto che non può essere per sempre. Insomma: qualcosa per cui non ci se ne può venir fuori che di testa. Perchè è così che si nasce il più delle volte. Ma anche si muore molte altre volte: quando il corpo si consuma per dare le ultime residue energie ad un cervello che non le trattiene pi, lasciandosele sfuggire con gli ultimi sudori attraverso il cranio... Grazie di cuore per la lettura e lapprezzamento, ma anche per il consiglio che terrò senzaltro presente, poichè incontra il mio sentire. X Silvia: Grazie di cuore per il graditissimo e lusinghiero commento, mia dolce amica. A te un abbraccio dimmenso e laugurio per una serata dincanti.
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Ferdinando Battaglia
- 10/09/2017 19:38:00
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Bella, davvero bella, soprattutto rileggendola più volte, ché così se ne comprende a mano a mano sempre con più chiarezza sia il contenuto sia lo forma scelta, tra il surreale, un linguaggio più ordinario e quotidiano (saldi, birra e pizza a poco prezzo), la lacrima di un pierrot e il senso di unindignazione civile. Infine, ma se mi sbaglio chiedo scusa, la mia interpretazione vi legge un testo- denuncia che, per il valore civile già detto e per la capacità di rappresentazione drammatica della barbarie del nostro tempo, diffonderei nel web come antidoto di verità.
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